Per
fortuna non più!! Negli ultimi due/tre anni ho notato una continua
crescita nell'interesse anche per il folklore egiziano.
E
trovo che sia fantastico! A mio avviso non c'è niente di piu
intrigante che il folklore. E' un mondo tutto da scoprire!!!
Il
folklore non è da intendersi un susseguirsi di passi da imparare a
memoria per fare bella figura su di un palco (un concetto che
comunque vale anche per lo sharqi). Conoscere il folklore, significa
immergersi in un altro mondo, in un altro modo di vivere......tramite
la danza riusciamo a conoscere e comprendere meglio un'altra cultura,
la gente e le loro tradizioni (spesso millenarie).
Sono
proprio questi elementi – la storia, le tradizioni, l'educazione,
il livello sociale – dai quali è nata la danza e negli anni si è
sempre più evoluta e adattata.
La
danza è una “costruzione” complessa; un intreccio di elementi
che si basano su storie antiche tramandate da padre in figlio e da
madre a figlia, si basano su storie della vita quotidiana (belle,
brutte, tristi o divertenti che siano), si basano sulla mentalità e
il modo di pensare del popolo e il loro atteggiamento verso la vita
in generale – e che trovano la loro espressione nella musica e nei
passi di danza.
Fin
da sempre ho avuto un particolare interesse per il folklore, per la
storia e la cultura dalla quale nasce la mia amata danza. Interesse,
che 8 anni fa ha trovato il culmine quando ho scoperto lo studio
dell'etnologia delle danze.
L'etnologia
è un ramo dell'antropologia che analizza le caratteristiche di
diverse persone e le relazioni tra loro (culturali, sociali,
filosofico-religiosi, artistico-espressive ecc.).
Significa
che nello studio dell'etnologia delle danze (egiziane) studio e
analizzo le caratteristiche delle danze delle varie regioni, le
differenze o similitudini tra loro, le origini (storiche, culturali,
religiose) delle singole danze e la loro evoluzione nel tempo, studio
dei movimenti, passi e della musica e il loro contesto culturale,
analisi e paragone dei movimenti e costumi delle singole danze usate
nel contesto originario e sul palco scenico.
E'
un lavoro di ricerca che richiede, oltre all'amore per la danza,
tanta pazienza, tanta curiosità e SOPRATTUTTO rispetto per le
persone, la cultura, la storia e l'arte.
E
la ricompensa? Un tesoro!
Scopri
musiche, danze, tradizioni che non sono menzionati in nessun libro.
Allarghi immensamente il tuo orizzonte..... personale, culturale,
artistico.... e acquisti una nuova padronanza tecnica ed espressiva
della tua danza.
Il
“sapere” ci regala LIBERTÀ, la libertà di esprimere nella danza
noi stesse, la nostra personalità, la nostra creatività SENZA
falsificare l'essenza e l'autenticità della danza.
Perchè
solamente chi ha immedesimanto e “capito” il “retroscena”
(ovvero contesto storico-culturale) della danza (folklore) sarà in
grado di interpretarla e modificarla mantenendone lo spirito
originario.
Come
già diceva il grande Mahmoud Reda, fondatore della Reda Troupe
durante un intervista: Quando ci si sente ispirati a “inventare”
una coreografia, c'è un grande rischio. Il rischio di cambiare le
cose e farle diventare una cosa completamente diversa.
Bisogna
usare il proprio gusto, prendere un passo (autentico) di questa danza
e immaginarsi di essere una persona di quel popolo. Se io, come
persona di quel popolo, avessi la capacità di modificare quel passo,
come lo farei?
Se
sei fortunato, allora il passo/movimento mantiene lo spirito
orginiario. Se non sei fortunato, sarà come voler
modificare/evolvere l'arabo, ma alla fine invece diventa inglese. E
questo non va bene.
Allora
se riesci a mantenere lo spirito, hai fatto un buon lavoro e la gente
riconoscerà se stessa e le sue tradizioni in quella danza.
Credo
che questo dica tutto. E penso sia doveroso per una
ballerina/insegnante rispettare e tramandare le origini e le
tradizioni di questa danza, che in fondo abbiamo solamente preso “in
prestito” da una cultura a noi estranea.
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